L’Emilia-Romagna è in vetta a quasi tutte le classifiche a livello nazionale per quanto riguarda gli obiettivi di sviluppo sostenibile, fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Uniche eccezioni, quelle legate all’aumento della povertà, in linea con i dati dell’Italia, e al consumo di suolo. È questa la fotografia che emerge dal rapporto di Asvis. Tra il 2010 e il 2022, infatti, ci sono stati progressi in diversi settori. Per quanto riguarda la salute, ad esempio, si riducono i consumatori di alcol a rischio (-6,1%). Progressi si notano anche per quanto riguarda l’istruzione: aumenta la formazione continua (+4,9%) e la quota di laureati (+12,1%). Sul lavoro, diminuiscono sia il tasso di infortuni mortali ed inabilità permanenti (-40,6% tra il 2010 ed il 2021), sia la quota di giovani che non studiano e non hanno un impiego (-3%). In tema di ambiente, aumenta la raccolta differenziata dei rifiuti (+24,5%), mentre peggiora l’indice legato al consumo di suolo (da 102,8 si passa a 105,8). Altro dato significativo, è quello legato all’aumento della povertà assoluta a livello di ripartizione Nord-Est (pari all’8,8% nel 2022) e la povertà relativa (pari al 5,6% nel 2022). In tutto questo, Modena? La nostra città, nel report, eccelle in Istruzione e Lavoro, e ha valori sopra la media in quattro Goal – Salute, Parità di Genere, Disuguaglianze e Istituzioni –, mentre fa registrare dati sotto la media nazionale per Energia, Città e Comunità sostenibili ed, infine, Economia circolare.