Nel video, l’intervista a Claudio Vagnini, Direttore Generale Azienda Ospedaliero Universitaria
Finito il countdown per la diffusione dei documenti in mano agli hacker di Hunters International, un milione e duecentomila file copiati dagli archivi dell’azienda USL sono stati pubblicati sul dark web. In quello strato di internet difficilmente raggiungibile ma pur sempre accessibile da chi ne ha interesse, paiono esserci, tra gli altri documenti, bilanci, elenchi di vaccinazioni anti covid e oltre 800 cartelle cliniche. Tutto ciò che i cybercriminali sono riusciti a copiare dagli archivi delle aziende sanitarie modenesi è stato pubblicato, in mancanza di pagamento di riscatto. L’azienda USL non ha ceduto alle richieste degli hacker e si è rifiutata di pagare 3 milioni di dollari in bitcoin. Mentre sul caso continua a indagare nel massimo del riserbo la Polizia Postale, l’azienda sanitaria si sta muovendo per informare i pazienti che vedono oggi i loro dati sensibili pubblicati sul dark web. Dati che potrebbero essere interessanti per aziende terze, che potrebbero approfittare di tutte le informazioni sanitarie dei cittadini per attuare anche possibili frodi ad personam. In questo scenario delicato l’Ausl potrebbe essere sanzionata dal Garante della privacy per non aver protetto adeguatamente i file. Un’opzione sul quale si è espresso il direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria, parlando della difficoltà di proteggere queste informazioni da imprese di hackeraggio organizzate.