Nel video, l’intervista a Matteo Lancini, Presidente della Fondazione “Minotauro” di Milano
Quando si guarda ai comportamenti violenti dei giovani, che sia bullismo, cyberbullismo o fenomeni come quelli delle baby gang, gli psicologi, la polizia postale e tutte le associazioni a supporto dei giovani hanno un unico mantra: parlare. Parlare se si è vittima di questi episodi, parlare se ci si accorge di essere diventati bulli, parlare se si ha un disagio a cui non si riesce a dare forma se non attraverso la rabbia. Lo psicologo e presidente della Fondazione “Minotauro” di Milano, oggi a Modena per l’evento “Scuola delle Emozioni”, ha sottolineato come la violenza verso gli altri sia uno dei tanti sintomi di un disagio profondo che coinvolge ormai tantissimi giovani.
Ma se i giovani devono parlare, genitori e insegnanti devono sapere ascoltare e soprattutto comprendere. Per questo il lavoro, dice lo psicologo, non deve essere solo sui ragazzi, ma anche sugli adulti.
Alla porta c’è un vero e proprio problema sociale, fatto di ragazzi sempre più connessi ma che non sanno cosa aspettarsi dal proprio futuro, nel disinteresse delle famiglie, che spesso non hanno gli strumenti per riuscire ad aiutarli.