Nel video l’intervista a Andrea Bosi, Assessore Comune di Modena
Sono una 20ina i bambini che il territorio modenese ha ospitato in questo mese di agosto, grazie alla ripresa del progetto di accoglienza stretto in un patto di amicizia con il popolo Saharawi che continua a vivere una storia travagliata. In questi ultimi anni è costretto a vivere in campi profughi in una continua emergenza sanitaria e che può contare esclusivamente sugli aiuti umanitari. La speranza, come ha spiegato l’Associazione Kabara Lagdaf che ha accolto i bambini, è quella di poter riprendere le relazioni anche politiche perché il popolo saharawi ha bisogno di sostegno anche da quel punto di vista non avendo potuto ancora fare il referendum per l’autodeterminazione. È un problema di decolonizzazione – ha detto Silvia Bellettini – non ha ancora potuto decidere del suo futuro. E per i piccoli ospiti, che oggi sono in un numero maggiore che in passato (prima partiva solo chi aveva meriti scolastici o problemi sanitari) è quello di riportare presso il loro popolo un bagaglio di immagini, di esperienze, di relazioni che si traduca in speranza e conoscenza, che c’è molto altro fuori dal deserto.
Grazie all’associazione “Kabara Lagdaf” e al sostegno degli enti locali la permanenza dei bambini del Saharawi si è arricchire di tanti momenti ludici oltre che quelli dedicati a controlli sanitari, per chi ne avesse avuto bisogno.
Oltre a Modena i comuni sul territorio coinvolti nel gemellaggio sono Nonantola, Montese, Magreta, Campogalliano e Formigine. Un’esperienza per i piccoli ospiti indimenticabile che apre loro una finestra sul mondo, ma anche un arricchimento per chi li ospita