Liste d’attesa per visite ed esami: un nodo sempre duro da sciogliere. Ma qual è la situazione a livello nazionale, regione per regione e come si piazza l’Emilia-Romagna? A fare un quadro di confronto con un’apposita indagine è Cittadinanzattiva, da sempre impegnata in difesa della sanità pubblica. Sei le tipologie di visite specialistiche ed esami presi in esame in 12 grandi Asl di quattro regioni: Lazio, Emilia-Romagna, Liguria e Puglia. I dati più negativi arrivano dalla Puglia, dove in particolare a Lecce nessuna visita pneumologica è garantita entro i 30 giorni previsti; va meglio a Taranto: qui i tempi di attesa vengono rispettati almeno nel 33% dei casi. La Liguria evidenzia picchi molto negativi nelle diverse Asl prese in esame: ad esempio per una visita cardiologica da effettuarsi entro 30 giorni, a Imperia si registrano tempi di attesa pari a 159 giorni. Nel Lazio la situazione si presenta abbastanza positiva ma si registrano alcune criticità: per un’ecografia addominale completa da eseguire entro 10 giorni, nell’ASL Roma 4 i tempi di attesa sono rispettati solo nel 18,2% dei casi. E l’Emilia-Romagna? La nostra regione ha ottenuto buoni risultati, ma Cittadinanzattiva ha sottolineato come i dati disponibili siano soltanto aggregati e non distinti per codice di priorità, il che non permette di fare una analisi ben ponderata. Nelle Asl in esame sono comunque molte le situazioni positive, ma non mancano i picchi negativi. Per una visita Pneumologica nell’Ausl di Reggio Emilia le tempistiche vengono rispettate solo nel 39% dei casi; a Bologna le visite cardiologiche solo una volta su due sono nei tempi; stessa cosa a Reggio per la diabetologia; bassa la garanzia per le prenotazioni di visite endocrinologiche.