Nel video l’intervista a Francesca Fontana, curatrice mostra
Il progetto presenta un’installazione inedita concepita da Jacquet Yannick appositamente per il Museo della Figurina, tra le migliaia di materiali conservati nell’archivio del Museo, Jacquet ha rivolto la sua attenzione ad alcune serie di figurine cromolitografiche del XIX secolo raffiguranti bambini che creano giochi di ombre con le mani e che gli hanno ricordato i video di finger dance diffusi dai social network: il fenomeno, che deriva dalla break dance, consiste nella creazione di ipnotiche coreografie attraverso l’uso delle dita ed è diventato virale tra i giovani sulle piattaforme TikTok e Youtube durante il periodo di isolamento imposto dal COVID.
Lo spettatore viene catturato dal vortice ipnotico dei movimenti delle dita, ed è portato a riflettere sul valore sociale del gesto, sulla capacità espressiva delle mani e sulla loro potenza comunicativa. La moltiplicazione dell’immagine verticale appare come un rimando alla viralità dei social media che permette di amplificare all’infinito pratiche corporee ancestrali. Yannick Jacquet invita in tal modo a meditare sul rapporto con il corpo e con l’aspetto esteriore in un momento storico in cui le interazioni virtuali risultano ormai onnipresenti.
La mostra avrà anche una sua versione virtuale e interattiva contenuta in Minecraft Museum Adventure. Il progetto, sviluppato insieme a Future Education Modena, è incentrato sulla ricostruzione del Museo della Figurina all’interno del celebre videogioco e viene implementato in occasione di ogni nuova mostra. Gli utenti possono così interagire con il patrimonio attraverso una serie di giochi di difficoltà crescente che spaziano dal parkour alla logica.