Fabbricazione o restauro interamente a mano

Italiani spaghetti e mandolino. Cosi l’italico Schützen di Ortizei, accoglie ironicamente la comitiva con a capo il ragionier Filini, in un film della serie dedicata all’impiegato Ugo Fantozzi. Quello che però e fonte di ironia per alcuni popoli del Nord, per noi è invece oggetto di vanto in tutto il mondo, sia dal punto di vista gastronomico che musicale. Ed è proprio di quest’ultimo argomento che andiamo a trattare. Con Carlo Mazzacara (nelle due foto in alto), classe 1966, artigiano napoletano che continua una arte artica, affonda le sue origini nella metà del XVII secolo, quella di costruire uno strumento musicale conosciuto in tutto il mondo, anche perchè legato alla bella musica melodica partenopea: il mandolino. Un arte, (dire lavoro sarebbe riduttivo nel suo caso), che lo assorbe come dice lui: «in maniera viscerale», ormai da 15 anni e con ottimi risultati. Tant’è, che le sue creazioni – non si limitano al mandolino perchè costruisce anche mandole, mandoloncelli e violini – sono richieste dagli appassionati e dai musicisti da ogni parte dello Stivale. Per la cronaca, Carlo, ha anche un passato come musicista: chitarrista e bassista. Carlo, come è nata la passione per questo strumento? «Frequentando un corso sulla liuteria a pizzico e a plettro, progetto formativo finanziato dalla Comunità Europea. Ho anche una laurea triennale in ingegneria». Non solo costruttore, ma anche restauratore? «Certo, non mi limito a realizzare nuovi strumenti, mi piace riportare all’antico splendore quelli più antichi. La mia è proprio una passione, perchè costruisco strumenti anche senza avere un’ ordinazione». Però vedo che non restaura solo mandolini? «Certamente, anche violini e altri strumenti a corda. Pensi che all’inizio riparavo e riparo tutt’ora anche le chitarre elettriche». Come mai il trasferimento dalla Campania a Modena? «I motivi sono due. Il primo è l’amore per una ragazza, che abita in città. Il secondo perchè Modena è una specie di crocevia per la mia attività. Siamo vicini a Ferrara, Bologna e Parma, delle belle realtà per la musica. Ma da Napoli mi ero già spostato a Firenze». Ci parli della patria del mandolino? «Napoli è stata una grande realtà del meridione per questo strumento. Pensi che nell’800, solo a Napoli c’erano 200 liutai. I più famosi erano Pasquale Vinaccia e Nicola Calace, i fondatori di due dinastie di liutai che ancora adesso costruiscono questi strumenti, anche se ormai è un arte che si sta perdendo. Fra i grandi liutai ricordiamo anche Angelo Mannello, un liutaio, che si è trasferito negli Usa. I suoi strumenti sono conservati nei più grandi e famosi musei degli States. Per correttezza anche in Sicilia, a Catania, si costruivano mandolini, ma erano versioni molto più economiche». Tecnicamente che legno ci vuole per costruire uno di questi strumenti musicali e quanti ne riesce a costruire in un mese? «In verità, sono più di uno i tipi di legno che vengono usati per costruire un buon mandolino. Per la cassa si usa l’acero o il palissandro. Per la parte davanti l’abete della Val di Fiemme, mentre per la tastiera uso l’ebano. Per la seconda domanda posso dire, che riesco a realizzare fino a tre strumenti musicali al mese». Chi sono i clienti nella nostra città? «Oltre ai privati, i musicisti in particolare, ci sono anche due orchestre: l’ Ensemble Mandolinistico Estense e la Mutina Plectri». Quindi, se avete in casa un antico mandolino, o un altro strumento musicale, e lo volete restaurare oppure acquistarne uno nuovo ma artigianale, affidatevi alle abili mani di Carlo Mazzacara. Non rimarrete delusi. Per un appuntamento basta chiamare al tel. 380-41.19.051.