Un’onda di applausi si alza dal parterre e contagia le tribune, fino in curva. Ha gli occhi lucidi, Marco Mengoni, per l’emozione di vedere così tanta gente riunita lì, a Bologna, per lui. Ci sono anche quelli che lui chiama “guerrieri”, riprendendo il titolo di una delle sue più grandi canzoni. Sono i bolognesi, gli emiliani, i romagnoli. Tutte le popolazioni colpite dalla tragica alluvione che, nonostante tutto, non perdono il sorriso e si tengono per mano, per una sera, cantando a squarciagola insieme a lui. Non era scontato ma Marco, la dedica, l’ha fatta e rifatta, ancora una volta. “Un’alluvione mi ha forgiato nel carattere, però il sorriso dei miei mi ha fatto crescere” canta commosso nella sua “Parole in circolo”. E poi ancora una volta, in chiusura del suo concerto al Dall’Ara. Abbraccia strette le sue coriste e con gli occhi puntati sui 30mila spettatori ai suoi piedi, si lascia andare a un altro pensiero. “Grazie Bologna, grazie Emilia Romagna, Tin Bota. Speriamo di avervi portato due ore e mezza di gioia” urla dal palco. Ed è proprio la gioia, la spensieratezza, che ha contraddistinto la sua performance, canzone dopo canzone. Nella giornata in cui a Bologna si è celebrato il Pride, lo stadio Dall’Ara di Bologna si è vestito d’arcobaleno per accogliere il trionfatore di Sanremo 2023 che, per la prima volta, ha lasciato i palazzetti per mandare sold out gli stadi dello Stivale con il suo nuovo tour, compresa Bologna, in quella che è stata una vera e propria girandola di colori, emozioni e, naturalmente, tanta bella musica.