Duecento volte più dolce dello zucchero, ma senza le sue calorie: sembrava troppo bello per non avere controindicazioni. E infatti l’aspartame, il dolcificante artificiale più diffuso al mondo e presente in oltre 6mila prodotti tra cui bibite, yogurt e sciroppi per la tosse, potrebbe essere dichiarato per la prima volta come «possibile cancerogeno per l’uomo» dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ovvero una delle costole dell’OMS.  L’annuncio ufficiale è atteso per il 14 luglio, assieme all’indicazione dei dosaggi consentiti. Ad oggi, la dose massima per il consumo è fissata a 40 mg al giorno per chilo di peso corporeo. Parliamo di una sostanza utilizzata da circa quarant’anni, ma almeno da venti si discute della sua sicurezza. Il rischio tumore era stato escluso dagli studi sugli esseri umani, ma una ricerca francese su 100mila persone l’anno scorso aveva notato un lieve aumento del rischio. Non solo: uno studio dell’Istituto Ramazzini di Bologna, già nei primi anni 2000 ha riportato che alcuni tumori nei topi e nei ratti erano collegati proprio all’edulcorante. Nel frattempo, diverse aziende hanno scelto di non rischiare eliminandolo definitivamente. In ogni caso, l’Oms ha escluso che i dolcificanti siano efficaci nel raggiungere il principale obiettivo che ne motiva il consumo, ovvero perdere peso. Pertanto, nelle sue linee guida del 15 maggio suggerisce a chi ha problemi di obesità di scegliere strategie alternative, anche per evitare «potenziali effetti indesiderati», come «un aumento del rischio di diabete, malattie cardiovascolari e mortalità negli adulti».