Nel video le interviste a:
-Nicola Mancassola, Ricercatore dell’Università di Verona
-Roberto Giacobazzi, Pro-rettore dell’Università di Verona
Sono nascosti nel bosco i resti del Castello di Montebaranzone, una delle residenze predilette della contessa Matilde di Canossa, dimenticato da secoli e mai – finora – oggetto di scavi archeologici. Ma sul lato della ricerca qualcosa sta per cambiare: nella frazione di Prignano partiranno lunedì 3 luglio i lavori per ‘riscoprire’ la struttura la cui prima attestazione risale al 1037 e che venne abbandonato in epoca rinascimentale. La campagna di scavi, realizzata grazie ad un progetto finanziato dall’Università di Verona, in accordo con il Comune, interesserà anche l’area dell’antica chiesa duecentesca della rocca e dell’area cimiteriale. Il progetto è stato reso possibile anche grazie alla sensibilità degli attuali proprietari che hanno concesso il diritto agli scavi.
Nel punto più alto del borgo sono ancora visibili i resti dell’antica fortificazione e tante sono le storie e le leggende che, da sempre, si tramandano nelle famiglie. Del castello e delle sue strutture non resta molto e l’area è interamente coperta dal bosco. Ma, all’interno, si scorgono i resti di alcune strutture murarie in gran parte crollate, di qualche edificio interno e della cinta muraria oltre che, forse, di una cisterna. Solo gli scavi che inizieranno a luglio permetteranno di conoscere di più su questo affascinante edificio