Nel video intervista a Aldo Di Giacomo, Segretario Generale Sindacato di Polizia Penitenziaria
Aggressioni, violenza, indagini che si allargano e creano nuovi malumori e senso di abbandono. È sempre più critica la situazione all’interno del carcere di Modena, gravato dal sovraffollamento, ormai strutturale e che accomuna tutti i penitenziari italiani, unito a una spiccata carenza di organico. A dirlo è Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria che da Roma è venuto nella nostra città dopo la notizia dell’ultima ennesima aggressione ai danni di poliziotti.
Entro il mese di luglio dovrebbero arrivare dieci nuovi agenti, spiega Di Giacomo, ma con i pensionamenti in atto la quota finale sarà di pochissime unità. Una carenza di organico tale da incidere sulla vita personale degli agenti.
Oltre al lavoro pesante e al senso di impunità dei detenuti, sostiene Di Giacomo, ad aggravare il clima teso anche l’estensione delle indagini a seguito della rivolta del 2020, che da cinque, ha visto salire a 14 i poliziotti indagati.