Il caso di Stella, la bambina di 11 mesi dimenticata in macchina dal suo papà a Roma e ritrovata esanime nel suo ovetto dopo 7 ore, non fa che riaccendere i riflettori sull’importanza di dotarsi di sistemi antiabbandono. Sistemi resi obbligatori per legge in Italia dal 2019, fino all’età di 4 anni, che possono davvero salvare la vita a tanti bambini. Si tratta di dispositivi che hanno l’obiettivo di segnalare la presenza in automobile dei passeggeri più piccoli, evitando quindi che possano essere lasciati o abbandonati nei veicoli. In caso di assenza di questi dispositivi, la legge non lascia scampo a dubbi: una multa, da 83 euro a 326 euro, con la decurtazione di cinque punti dalla patente del conducente se è l’unica persona, oltre al bambino, presente all’interno dell’auto. In più, anche la sospensione della patente da 15 giorni a due mesi in caso di recidiva, cioè una seconda violazione identica nel giro di due anni. Ma come funzionano questi dispositivi? Ne esistono di due tipologie in commercio: quelli universali, che possono essere utilizzati su qualsiasi seggiolino e caratterizzati da un sensore di peso da mettere sotto il bambino che si collega tramite Bluetooth o cavo all’accendisigari dell’auto. Quando la macchina si ferma, il dispositivo suona se il bambino non viene alzato dal seggiolino. L’altra tipologia, invece, sono quelli integrati, pratici ma con una durata più limitata.
DISPOSITIVI ANTIABBANDONO, LA MORTE DI STELLA RIACCENDE I FARI SULLA SICUREZZA IN AUTO
Ha trascorso 7 lunghe ore chiusa in auto, dimenticata dal suo papà. Una dimenticanza che è costata cara alla piccola Stella. È successo a Roma, ma poteva accadere ovunque. Una tragedia che riaccende ancora una volta i riflettori sull’importanza di dotarsi di dispositivi antiabbandono, obbligatori per legge dal 2019.