Nel video l’intervista a Claudio Vagnini, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria
A decretare la… buona salute, è il caso di dirlo, della sanità emiliano romagnola sono i dati riferiti al 2021, emersi dalla valutazione dei Lea, i livelli essenziali di assistenza, quelle prestazioni cioè che il Servizio Sanitario nazionale offre a tutti i cittadini gratuitamente (in alcuni casi è previsto solo un ticket). Prima in classifica appunto l’Emilia Romagna seguita dalla Toscana. 22 gli indicatori utilizzati per il monitoraggio i cui risultati vengono pubblicati dal Ministero della Salute. Sotto osservazione l’assistenza territoriale e quella ospedaliera, la capacità di coordinare le liste d’attesa e di fare prevenzione, tutto questo all’interno di tre macro aree: prevenzione, territorio, ospedale. Il punteggio massimo, 60, è stato raggiunto solo da Emilia Romagna e Toscana, in tutti gli indicatori nonostante la pandemia abbia messo a dura prova tutto il sistema sanitario anche nella nostra regione
Fanalini di coda Valle d’Aosta e Sardegna. I dati Lea inoltre dovrebbero dare la possibilità alle Regioni virtuose di ricevere un premio in danaro. Dall’ultimo report ad essere escluse sarebbero 17 regioni, ma questo riconoscimento economico non è mai stato attivato. Proprio la carenza di risorse per la sanità pubblica, a cominciare dalle spese extra per il Covid non pagate, sta mettendo in seria difficoltà anche la rete sanitaria d’eccellenza emiliano-romagnola