Era pieno giorno, i ragazzi erano a scuola, gli operai al lavoro. Dopo il terremoto del 20 maggio, la Bassa stava riconquistando gli spazi rimasti in piedi, la quotidianità non scossa dalla paura. Ma nove giorni dopo l’incubo è tornato. Impossibile dimenticare quella scossa di magnitudo 5.9 che alle 9 della mattina rese ancora più profonda una ferita impossibile da rimarginare. Impossibile perché quel terremoto causò altre 20 vittime, un numero di morti più che doppio rispetto alla prima scossa. La terra non risparmiò le aziende aperte, gli uffici al lavoro, i negozi di nuovo frequentati da chi tentava di lasciarsi la paura alle spalle. Altre due scosse spaventarono la popolazione, una alle 12:55 di intensità 5.5 e un’altra, poco dopo, alle 13:00 di intensità 5.0 ma della durata di 30 secondi che ai modenesi parvero infiniti. Tra il 20 e il 29 maggio del 2012, furono in tutto 28 le vittime della tragedia, 28 nomi che trovano spazio solo nel dolore. Il resto, è stato quasi del tutto ricostruito. Le oltre 18mila abitazioni danneggiate sono state ripristinate, le 28 mila persone sfollate sono rientrate nelle proprie case. 570 scuole sono state riparate o ricostruite ex novo. Oltre 6.200 piccole attività commerciali, artigiane e dei servizi sono tornate agibili, lo stesso per oltre 5mila aziende. Ciò che resta da fare riguarda soprattutto la ricostruzione pubblica e monumentale, di edifici spesso vincolati dalle Sovrintendenze.