Le analisi su alcuni reperti trovati sul posto dell’omicidio di Alice Neri sono ancora in corso, ma le indiscrezioni parlano di un dato che potrebbe rivelarsi determinante alla risoluzione del caso. Sulla tanica contenente liquido infiammabile utilizzato per dare fuoco all’auto di Alice e al suo corpo ritrovato carbonizzato nel bagagliaio, sono emerse tracce del Dna di Gaaloul, il principale indagato e in carcere da dicembre. La conclusione potrebbe essere che il 29enne tunisino non sarebbe sceso dall’auto di Alice, ma avrebbe proseguito con lei, quella notte tra il 17 e il 18 novembre scorso, verso la campagna di Fossa di Concordia dove è stata ritrovata la carcassa dell’auto e i resti della giovane donna. Su tali indiscrezioni si sono mossi anche i rispettivi avvocati. Cosimo Zaccaria, legale del marito di Alice, Nichola Negri ha affermato di prendere atto delle voci che stanno circolando e che di certo sono elementi schiaccianti nei confronti dell’indagato. Roberto Ghini, avvocato di Gaaloul, invece specifica che le analisi sono ancora in corso e ogni affermazione netta è semplicemente prematura ed errata. Definitivi invece gli esami effettuati su altri elementi trovati sul posto come la sigaretta elettronica a circa sei metri dall’auto che ha evidenziato tracce di dna di Alice e di Gaaloul. Confermato anche il Dna di Alice sul borsello dell’uomo, sia nella sua parte esterna che interna, dove sono state trovate tracce di cocaina. Il reggiseno invece non ha dato esiti specifici, sulle spalline tracce di uno sconosciuto e di un carabiniere che ha svolto le indagini. Nessun riscontro particolare infine sugli altri reperti ritrovati in tempi successivi dal Generale Garofano ex Comandante dei Ris di Parma e dalla criminalista Katia Sartori, consulenti di Nicholas Negri.