Nel video l’intervista a Roberto Rinaldi, Coordinatore Uil Modena e Reggio Emilia

4 punti percentuali decurtati dal cuneo fiscale. Questo quanto prevede il Decreto Lavoro, al centro del tavolo del consiglio dei ministri che si è riunito in un movimentato primo maggio. Le tempistiche però sono limitate: il taglio andrà dal primo di luglio al 31 di dicembre. Lo sgravio contributivo verrà elevato dal 3 al 7% per i redditi fino a 25mila euro, mentre verrà innalzato dal 2 al 6% per i redditi fino a 35mila. La platea dei lavoratori beneficiari sarebbe di circa 19 milioni di dipendenti. Quanto cambierà nelle tasche dei cittadini, sempre più vuote a causa di un’inflazione che si mantiene elevata e mutui sempre più pesanti? A conti fatti, si tratta di un aumento in busta paga stimato fino a 100 euro mensili medi per il periodo tra luglio e dicembre.  Per il 2024 la prospettiva non è ancora chiara. Prevista anche una serie di nuove regole in materia di contratti, come clausole più flessibili per quelli a tempo determinato e un limite maggiore per i voucher. Forti le critiche dei sindacati, sia sulla convocazione del consiglio dei ministri nel giorno dei lavoratori, che sul contenuto del decreto, che secondo Cgil, Cisl e Uil non va nella direzione di ridurre la precarietà del lavoro; per questo le sigle, dopo il primo maggio in piazza sono pronte a manifestare di nuovo

Il Decreto Lavoro segna anche la fine dell’era del Reddito di Cittadinanza, che verrà sostituito da misure alternative, come il reddito d’inclusione, che può arrivare a 780 euro al mese ma che spetta a famiglie con minori, over 60 e disabili che abbiano avviato un percorso di inclusione sociale. Per gli occupabili dai 18 ai 59 anni andrà un assegno di 350 euro, legato a un iter di introduzione al lavoro.