Le immagini quasi shockanti di un Monte Cimone senza neve a inizio gennaio hanno suscitato grande sconcerto. Mai negli ultimi 40 anni abbiamo visto il nostro appennino in queste condizioni. Una problematica accelerata sempre di più dalla crisi climatica che interessa tutta l’Italia. L’aumento ormai irreversibile delle temperature ha impatti negativi anche sul turismo invernale e sulla stagione sciistica. Secondo il dossier “Nevediversa 2023” di Legambiente la neve non solo è sempre più rara ma anche più costosa vista la tendenza dell’Italia a puntare sull’innevamento artificiale. Una pratica che però secondo l’associazione ambientalista non è sostenibile dato che comporta consistenti consumi di acqua, energia e suolo.

L’associazione ribadisce la necessità di ripensare ad un nuovo modello di turismo invernale montano ecosostenibile, partendo da una diversificazione delle attività. Solo nella stagione sciistica 2022-2023 per la prima volta nella storia dello sci nel calendario di Coppa del mondo, sono state cancellate o rinviate 13 gare, quasi tutte per scarso innevamento e temperature elevate. Solo sul nostro territorio a inizio anno le piste da sci hanno risentito della mancanza del solito turismo invernale.