Sono passati tre anni dall’annuncio di 16 persone positive al Covid a Codogno, in Lombardia. Era il primo focolaio accertato nella nostra nazione, l’inizio di una pandemia che avrebbe immobilizzato l’Italia. Tre anni di contagio, dei quali il primo è stato senza dubbio il più difficile. Un virus sconosciuto trasmesso per via aerea, nessuna arma a disposizione, solo il lockdown. I turni massacranti di medici e infermieri alle prese con terapie intensive e reparti medici pieni di persone positive. Il contagio in Italia ha toccato più di 25 milioni di persone e causato circa 188mila morti. Un incubo non ancora del tutto finito, ma che fortunatamente oggi fa molta meno paura, soprattutto grazie alla campagna vaccinale, che in Emilia-Romagna è arrivata a superare 11 milioni di dosi. A dirlo sono gli aggiornamenti sul Covid, una consuetudine che da giornaliera è divenuta settimanale, proprio in virtù del ridimensionamento dell’emergenza. L’ultimo disponibile in Emilia-Romagna parla di 2106 nuovi casi e quasi 2400 guariti. I dati, che interessano i giorni dal 10 al 16 febbraio, sottolineano che sono in calo sia i ricoveri nei reparti Covid che nelle terapie intensive. 32, di cui 8 a Modena, i pazienti gravi, 472 quelli negli altri reparti Covid. L’89,9% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi, mentre sono 26, di cui 1 in provincia di Modena, i decessi segnalati. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 437 nuovi casi nell’ultima settimana, seguita da Parma, Reggio Emilia e poi Modena a quota 252.