Al Corni tutto tace davanti ai microfoni, ma le chat degli studenti sono in subbuglio. È lì che si sono diffusi i primi racconti di quanto è accaduto con la professoressa del tecnico ora sospesa e indagata con l’ipotesi di reato di adescamento di minore. Due le indagini in corso per capire se ciò che viene diffuso sugli smartphone corrisponde a verità. Sul caso indaga la Procura che ha aperto un fascicolo affidato al pm Monica Bombana, ma ha avviato un’indagine interna anche l’Ufficio Scolastico Provinciale per verificare una vicenda che, se fosse confermata, porterebbe a commisurate azioni disciplinari. Al momento vige il massimo del riserbo anche perché da quanto si apprende, l’episodio o gli episodi avrebbero visto coinvolti ragazzini di seconda superiore, quindi di circa 15 anni. Nelle chat dei giovani, le parole sono pesanti e ovviamente ancora tutte da verificare. Si parla di una professoressa – da quanto si apprende una supplente, di 42 anni – in stato di alterazione, che in classe avrebbe avuto atteggiamenti intimi con gli studenti, oltre a mostrare loro video a sfondo sessuale che la ritraevano con altri alunni. A testimonianza di questo episodio ci sarebbe un video, fatto con il cellulare da uno dei giovani e prelevato dalla Polizia di Stato. A quanto si apprende, la Squadra Mobile sarebbe riuscita ad evitare che il filmato si diffondesse sui social. Sempre la Polizia meno di una settimana fa era di nuovo intervenuta al Corni, più precisamente il cortile spartito dal tecnico e dal professionale, a causa di una rissa che ha visto coinvolti alcuni studenti e un professore di matematica, Stefano Longagnani. Una dinamica anche quella non del tutto chiara, date le versioni discordanti fornite da alunni e docente. Quest’ultimo, che dichiara di essere stato accerchiato e preso a spintoni fino ad avere un attacco d’asma e cinque giorni di prognosi, ha deciso di denunciare la preside dell’Ipsia, che invece si era schierata dalla parte degli studenti. I giovani, dal canto loro, dicevano di essere stati aggrediti e ripresi con il cellulare ingiustamente.