E’ stato un 2022 con più ombre che luci quello che il Carpi si appresta a salutare stasera, il primo vissuto dopo 13 anni tutto nel calcio dilettantistico. L’ultima volta era successo nel 2009, quando il Carpi targato Fausto Salami con Alberto Maresi in panchina chiudeva all’8° posto la Serie D prima di vivere in estate lo storico passaggio di consegne con l’ingresso dei dirigenti della Dorando Pietri che avrebbe dato vita alla magica cavalcata sotto Stefano Bonacini fino alla Serie A. Un trait d’union che in certo senso porta fino al 2022, visto che in estate l’Athetic di Claudio Lazzaretti, nato sulle ceneri del defunto Carpi Fc 1909, è tornato a essere Ac Carpi, anche se dal punto di vista sportivo questo anno solare non ha regalato grandi gioie. Nella prima parte da gennaio a giugno l’Athletic ha dato vita alla rimonta con l’arrivo di Massimo Bagatti in panchina che l’ha portata dalla zona playout fino all’aggancio dei playoff, con la sconfitta 4-0 a Ravenna a chiudere l’avventura in semifinale. Nella seconda parte di stagione, invece, l’ambiente carpigiano si era illuso con la partenza lanciata di Calanca e compagni e con il successo di fine ottobre che aveva portato i biancorossi a -1 dalla Giana capolista, cui poi sono seguiti appena 7 punti nelle successive 8 giornate e il cambio in panchina con l’arrivo di mister Contini, che a -14 dalla vetta dovrà cercare, nel 2023 che comincia domani, di cominciare al meglio il nuovo anno solare da domenica 8 a Budrio col Mezzolara.
L’ANNO SOLARE. CARPI, VA IN ARCHIVIO UN 2022 IN CHIAROSCURO
Il Carpi saluta un 2022 in chiaroscuro, caratterizzato dalla rimonta playoff della prima parte di anno solare, la partenza lanciata di settembre e la crisi degli ultimi mesi