Nuovo colpo alle cosche di ‘ndrangheta in Emilia. Nel tardo pomeriggio di ieri la sentenza di primo grado del processo “Grimilde”. Dopo tre giorni di Camera di Consiglio i giudici del tribunale di Reggio Emilia hanno emesso il verdetto nei confronti dei sedici imputati accusati di presunte attività illecite nel territorio emiliano e viadanese della cosca cutrese di Grandi Aracri. 5 le assoluzioni e 11 le condanne emesse per un totale di 55 anni di carcere. La Procura antimafia di Bologna ne aveva chiesti circa il doppio, ma nel complesso l’impianto accusatorio ha tenuto. Lo stesso vale per l’aggravante del metodo mafioso il cui riconoscimento ha portato a comminare condanne per 45 anni sul totale delle pene emesse. Per quanto riguarda le singole posizioni, il boss di Brescello Francesco Grande Aracri, definito dal Pm Beatrice Ronchi il “simbolo della ‘ndrangheta in Emilia” è stato condannato a 19 anni e mezzo. Suo figlio minore Paolo a 12 anni e 2 mesi. Ingenti le entità dei risarcimenti alle parti civili. Il giudice ha inoltre disposto la confisca di beni e società degli imputati già sottoposti a sequestro cautelare durante la fase delle indagini.