Non sono stati trovati segni di traumi o tagli sul corpo, ma solo attorno al collo presenta una marcata ferita. L’esame autoptico ha rivelato che il cadavere diseppellito a fine novembre a Novellara è integro ma saponificato. Saman Abbas, la 18enne uccisa dai suoi familiari dopo aver rifiutato un matrimonio combinato in Pakistan, potrebbe essere stata strangolata. L’esatta causa di morte ancora non è stata stabilita e nei prossimi giorni saranno svolti ulteriori accertamenti al laboratorio Labanof dell’Università di Milano. L’autopsia, terminata ieri sera alle 21.30, non è infatti riuscita a definire con certezza le cause, che dovranno essere approfondite, con un’appendice di indagini che sarà sempre svolta alla presenza dei legali e dei consulenti coinvolti. L’unica cosa purtroppo confermata è l’identità di quei resti.  Anche se manca ancora il responso del Dna, dall’autopsia sono arrivati ulteriori dettagli che confermano che si tratti della 18enne. Il cadavere diseppellito aveva addosso i jeans sfilacciati al ginocchio. Gli stessi indumenti, con i quali la giovane stata ripresa la notte del delitto . Mancano invece le scarpe da tennis bianche, mai più ritrovate. Ci sono inoltre una serie di oggetti riconosciuti come suoi. Alle caviglie aveva ancora i braccialetti che indossava sempre: uno metallico attorno alla caviglia sinistra e uno di stoffa alla destra. Gli accertamenti medico-legali sono stati affidati dalla Corte di assise ai periti Cristina Cattaneo, nota per aver seguito i casi di Yara Gambirasio e Stefano Cucchi, e all’archeologo forense Dominico Salsarola. che avranno tempo fino alla fine di gennaio per depositare i risultati dell’autopsia. Il 10 febbraio, intanto, a Reggio Emilia, comincerà il processo a carico dei familiari. Attualmente sono stati arrestati 4 dei 5 indagati a processo: si tratta del padre della giovane arrestato in Pakistan, dello zio e dei due cugini detenuti in carcere in Italia. La mamma risulta l’unica latitante.