Le immagini della videosorveglianza esterna al bar, i varchi elettronici, gli spostamenti con l’auto, il cellulare e le chat nascoste, il luogo di lavoro, i colleghi e la sua famiglia. Ogni aspetto della vita di Alice Neri è passato al setaccio dagli inquirenti che stanno lavorando al caso. Ogni dettaglio potrebbe essere determinante per venire a capo di quello che è stato ribattezzato il giallo di Concordia. Tante le ipotesi emerse in questi giorni come la pista dello stalker. Un’ipotesi che secondo la famosa criminologa Roberta Bruzzone potrebbe essere lo scenario più plausibili. Per l’esperta si è trattato di un omicidio premeditato forse dettato da un movente passionale. Tesi sostenuta in più occasioni anche dal fratello di Alice il quale, non solo ritiene che la sorella sia stata uccisa per aver rifiutato delle avance, ma che l’auto della donna è stata data alle fiamme con metodo. Intanto in attesa degli esiti dell’autopsia sono ancora tantissimi i buchi temporali sui quali si deve indagare. Alice, all’uscita del bar di Concordia, si sarebbe fermata per almeno dieci minuti all’interno dell’auto mentre l’amico che l’ha vista per ultimo si sarebbe allontanatoverso San Possidonio. La donna successivamente si èdiretta verso le campagne di Concordia, forse per incontrare qualcuno. Resta inoltre l’enigma del cellulare di Alice. Proprio il telefono della donna potrebbe essere una delle chiavi decisive per risolvere il mistero della sua morte.  Stando a quanto ricostruito,sembrerebbe che il pomeriggio della scomparsa Alice abbia continuato a scrivere messaggi al marito come ogni giorno. Dopo il turno di lavoro, terminato alle 16.30, è rientrata a casa verso le 18.30 per poi uscire di nuovo per un aperitivo con un collega. Un lasso di tempo molto lungo che gli inquirenti stanno analizzando nel dettaglio. Al momento rimangono due gli iscritti nel registro degli indagati, il marito Nicholas Negrini e il collega sardo della vittima, l’ultimo ad averla vista in vita.