La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno, ma era una di quelle che ci si aspettava da tempo. L’arresto è avvenuto in Pakistan, dove l’uomo si era rifugiato con la moglie, dal momento della sparizione della figlia. Resta latitante la donna. La coppia è accusata insieme ad alcuni familiari, dell’uccisione della giovane Saman, scomparsa il 1° maggio dell’anno scorso e il cui corpo non è mai stato trovato. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di aver portato a termine una truffa da 20 mila dollari a scapito di un connazionale, ma potrebbe essere interrogato sul caso della figlia, anche se, secondo fonti locali pakistane, da parte delle autorità italiane, ancora non sarebbero state inoltrate richieste ufficiali. Di certo l’arresto dell’uomo è un passo importante nell’inchiesta sull’uccisione della giovane Saman, che si era rifiutata di accettare un matrimonio combinato. In carcere a Reggio ci sono già lo zio della 18enne Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Nomanulaq Nomanulaq accusati in concorso dell’omicidio, e ritenuti gli esecutori materiali del delitto. Nessuno ha mai confessato, ma tante sono le prove a loro carico. Il processo è fissato per febbraio 2023. Shabbar Abbas in tutto questo tempo, insieme alla moglie, secondo alcune fonti, ha potuto godere di una fitta rete di familiari e si dice avesse legami nella criminalità organizzata locale.
CASO SAMAN: ARRESTATO IN PAKISTAN IL PADRE. L’ACCUSA È DI FRODE
Il padre di Saman, Shabbar Abbas, è stato arrestato in Pakistan. La notizia è circolata ieri sera. L’accusa per cui sono scattate le manette è per frode. Termina così la sua latitanza che perdurava dal 1° maggio dello scorso anno