Nel video intervista a Tatiana Boni, Avvocato Osservatorio Carcere

“Qui non viviamo solo nel sovraffollamento. Disattese quasi tutte le regole di umanità”. Questo in breve il sunto di quanto la detenuta denuncia in forma anonima attraverso una lettera alla redazione del quotidiano locale La Gazzetta di Modena. Dal suo racconto emerge una situazione molto critica, in particolare per le donne,  nella cui sezione sembra sia quasi negata l’istruzione, a differenza del settore maschile. ‘Somiglia più a un campo di concentramento che a una casa circondariale’, con queste dure parole la detenuta spiega come le celle non rispettino le metrature, i bagni siano senza bidet, le docce permesse solo sino alle 15, carrelli dei pasti nella sporcizia. Ma la detenuta non si è fermata a questo, ha anche descritto una palestra fatiscente e sporca, senza parlare della situazione nei peridi di isolamento. E anche nella sezione femminile non manca l’aggressività, la violenza e i suicidi. Secondo la detenuta autrice della lettera nessuno si interesserebbe ai detenuti, neppure il Garante, l’Autorità preposta a vigilare sul rispetto dei diritti delle persone private della libertà.