Non si dimetterà subito ma neanche si ricandiderà. Enrico Letta dopo la pesante sconfitta del Partito Democratico annuncia il congresso anticipato all’interno del quale propone una profonda riflessione sull’identità del partito e sulla sua mission futura. “Il Pd farà una opposizione intransigente, dice il leader Dem, ma gli Italiani hanno scelto e hanno scelto la destra”. In questo clima di incertezza nel Pd c’è aria da resa dei conti con rabbia e critiche verso i vertici. Mentre il Partito è al bivio sulle future alleanze bisognerà stabilire a chi spetterà la guida. In lizza due nomi: Stefano Bonaccini, governatore dell’unica regione in cui il Pd è rimasto il primo partito e Elly Schlein, capolista del proporzionale alla Camera. Lei piace alla sinistra e al Movimento 5 Stelle con cui non ha mai nascosto di voler ricucire i rapporti. Il Governatore pur non essendo il preferito di Letta è molto corteggiato da riformisti Pd e negli ultimi giorni della campagna elettorale ha aperto un dialogo anche con il partito dei pentastellati. Intanto mentre gli schieramenti interni si preparano alla sfida per la leadership Letta sarebbe intenzionato a gestire i passaggi senza lasciare subito la guida del partito.