Nel video l’intervista a Mauro Zanini, Presidente del Centro Studi Ircaf
Nuova fiammata del gas. Dall’annuncio di Gazprom, avvenuto la scorsa settimana sulla possibilità che in inverno vi siano rincari significativi, i prezzi hanno continuato a salire in modo vertiginoso nel mercato di Amsterdam. E le cattive notizie non sono terminate qua: venerdì scorso, la compagnia russa aveva annunciato lo stop alle consegne attraverso il gasdotto Nord Stream 1 per tre giorni, dal prossimo 31 agosto al 2 settembre, ufficialmente per “manutenzione”. Un’interruzione che condiziona pesantemente le forniture del gas al Vecchio Continente. Secondo un’analisi di tre economisti del Meccanismo europeo di stabilità, uno stop delle forniture di gas russo ad agosto porterebbe ad esaurire le riserve nei Paesi dell’euro, soprattutto in Germania e Italia, già a fine anno, innescando razionamenti e recessione. Stando a quanto riferisce la maggior parte degli analisti, questa mossa attesta la volontà russa di mantenere alto il prezzo del gas naturale, grazie al quale si calcola un guadagno per Mosca pari al 38% in più dalle sue esportazioni energetiche nel 2022. L’unica buona notizia riguarda la scoperta di una nuova riserva di gas individuata al largo di Cipro da parte di Eni e dei francesi di TotalEnergies. Certo, serviranno anni perché il giacimento, ribattezzato Cronos, possa produrre e trasferire il gas verso il Bel Paese. Ma si tratta comunque di un passo in avanti nella diversificazione degli approvvigionamenti.