Lunghe liste d’attesa ed una carenza di personale divenuta ormai troppo evidente a causa di pensionamenti e rinunce: la sanità emiliano romagnola, a lungo ritenuta un fiore all’occhiello, è in affanno e diventa urgente correre ai ripari.
Da via Aldo Moro hanno per questo annunciato la stabilizzazione dei cosiddetti “precari Covid”: circa 1000 lavoratori con ruoli sanitari e socio-sanitari assunti a tempo determinato nel periodo della pandemia che hanno maturato almeno 18 mesi di servizio alle dipendenze di un ente del Servizio sanitario nazionale, seppur non continuativi, che andranno ad aggiungersi ai circa 2.300 medici ed infermieri già assunti a tempo indeterminato nel corso di quest’anno.
Ma soprattutto si punta sull’apertura, da settembre, degli ambulatori per i cosiddetti codici bianchi e a bassa complessità affidati ai medici della continuità assistenziale, come da accordo siglato nel maggio scorso, per rafforzare la rete assistenziale dell’Emergenza-Urgenza.
I casi a bassa complessità saranno quindi affidati ai medici della continuità assistenziale all’interno dei maggiori Pronto Soccorso in aree a loro dedicate; senza quindi gravare sugli altri professionisti.