Lo spettro del razionamento si fa sempre più concreto. Dopo la riduzione delle forniture di gas al nostro paese da parte della Russia l’Unione Europea si prepara al peggio e mette a punto un piano per contenere le ricadute di uno stop definitivo alle forniture di gas dal Cremlino. Corre ai ripari anche il Governo italiano che ha raggiunto ieri un accordo tra istituzioni, imprese e territorio per accelerare l’approvvigionamento: al ministero della Transizione ecologica si è arrivati all’intesa sulla nave-rigassificatore che verrà posta in opera presso la banchina di Piombino. Sarà installata il prima possibile e per un periodo non superiore a tre anni, in modo da garantire la sicurezza energetica nazionale a partire dal 2023. Una intesa che rappresenta, anche se solo parzialmente, una boccata d’ossigeno per il nostro paese soprattutto dopo la divulgazione di una nota del Cremlino ha fatto sapere di non essere in grado di garantire il buon funzionamento del Nord Stream 1, il gasdotto che collega Russia e Germania passando sotto il Mar Baltico e che costituisce uno dei principali collegamenti per le forniture di gas dirette all’Unione Europea. La Commissione europea ha preparto un piano di intervento straordinario che verrà presentato il 20 luglio. Per adesso sta circolando solo una bozza, che comprende una serie di misure e incentivi per ridurre la domanda di gas in vista dei mesi invernali. Il piano propone di limitare il riscaldamento di edifici pubblici, uffici, edifici commerciali a 19 gradi e l’aria condizionata a 25 gradi oltre a promuovere campagne mirate alle famiglie per abbassare di un grado i termostati. Secondo quanto riporta l’Ansa, nella bozza sono previsti anche incentivi alle aziende per ridurre i consumi di gas, attraverso l’uso dei fondi del Repower e del Next Generation Ue.