Nel video l’intervista a Monsignor Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena-Nonantola e Vescovo di Carpi
Una messa solenne ha ricordato tutte le vittime del sisma del 2012 nel giorno del decennale della seconda scossa, quella del 29 maggio. Una data forse ancora più spaventosa del 20 maggio, non solo perché colpì un territorio già ferito ma anche perché la terra tremò per 30 interminabili secondi. Ieri a San Giacomo Roncole, a Mirandola, Monsignor Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi ha celebrato una messa, seguita in diretta dalle telecamere di TvQui, in onore delle vittime di quella tragedia, ma anche in onore di chi, nonostante il dolore e la perdita, si rimboccò le maniche per ricostruire. Nella sua omelia Monsignor Castellucci ha messo a confronto cielo e terra, parlando del primo con una duplice valenza. Quella dell’escapismo, di chi non vuole vedere i mali della terra, come il virus, la guerra, il terremoto. Un significato rischioso, vuoto, fine a se stesso. Bisogna intendere il cielo come invece lo intese Gesù, ha detto l’arcivescovo. Ambire il cielo dopo aver dato tutto il possibile per la terra