Abbandonato l’uso di Astrazeneca e Johnson&Johnson, Pfizer e Moderna sono stati i vaccini simbolo della lotta al Covid nella nostra provincia. Ma quali sono le differenze tra i due? Ce n’è uno migliore di un altro? Un recente lavoro pubblicato su Nature Communication dà qualche risposta. Secondo questo nuovo studio, il vaccino di Moderna offre una protezione leggermente maggiore dall’infezione rispetto a quello di Pfizer a distanza di tre mesi dalla seconda dose, mentre non ci sono differenze significative se si guarda alla capacità dei farmaci di evitare l’ospedalizzazione, in entrambi i casi estremamente alta. Gli studiosi hanno esaminato i dati di più di 3.5 milioni di Americani con ciclo vaccinale completo, incluse quasi 9mila persone che si sono infettate, con un periodo di follow up compreso tra i 14 e i 151 giorni dopo la seconda dose. Tra quelle che hanno contratto il virus, il 35% erano state vaccinate con Moderna, il 65% con Pfizer. Moderna, rileva lo studio, risulta leggermente più efficace in termini di protezione dall’infezione già pochi giorni dopo la seconda dose e questa migliora col tempo, col bisogno di vaccinare 1.047 persone per prevenire un caso di Sars-CoV-2 a distanza di 30 giorni, numero che scende a 290 a distanza di 90 giorni. Sul fronte ospedalizzazioni e decessi invece, i due vaccini non differiscono in termini di protezione.