Nel video l’intervista a Riccardo Gagno, Portiere Modena F.C.
Chissà se a distanza di 48 ore Riccardo Gagno ha realizzato sino in fondo il miracolo fatto sabato scorso che, probabilmente, si tatuerà sulla pelle. In 6 secondi ha deciso il match, facendo forse il regalo di compleanno più inaspettato al Modena per i 110 anni. Risolvendo, peraltro, una gara complicata e non poco, che sembrava di quelle stregate, come già vissute in stagione. La traversa di Minesso al 15esimo del primo tempo faceva presagire nella più classica delle giornate storte. Ci si è messo pure l’arbitro Paride Tremolada a complicare i piani, quando al 39esimo della prima frazione ha negato un solare rigore a Scarsella dopo la vistosa trattenuta in area di Lombardi. Poi nel secondo tempo, dopo i cambi di Tesser per dare vivacità all’azione offensiva, il Modena l’ha sbloccata con il capitano Pergreffi, abile a respingere in rete la deviazione di Rossi sul tiro di Armellino. Partita in totale controllo, fino a che l’arbitro non ha deciso di ritornare protagonista, assegnando a 5 minuti dal 90esimo un rigore inventato all’Imolese, per un presunto fallo di Azzi. Penalty trasformato da Liviero, e Braglia che ripiomba in un incubo di vedere la Reggiana avvicinarsi pericolosamente a -2 in classifica, riaprendo il campionato a 180 minuti dal termine. È lì che il destino, gli dèi del calcio, la provvidenza, la giustizia divina, hanno deciso di entrare in gioco. Una folata di vento, la palla che schizza sul terreno bagnato, Rossi che esce per anticipare un possibile intervento di Ogunseye calcolando male il tempo. La palla che lo scavalca e si insacca in rete. E un Gagno incredulo, che esulta sotto la sua curva, che allibita, come lui, festeggia un gol che vale tanto. Il DG del Modena Matteo Rivetti lo ha chiamato “leggenda”, Tremolada lo ha definito “Eroe”. E sui social i tifosi lo hanno osannato. È diventato conduttore di Porta a Porta. E c’è pure chi ha proposto di ribattezzarlo San GemiGagno. Chissà che non ci sia lo zampino del Santo Patrono di Modena, in quel pallone che spioveva dal cielo.