Si è aperto oggi alla Corte d’Assise d’Appello di Ancona il processo di secondo grado per la strage della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, all’interno della quale l’8 dicembre del 2018, morirono nella calca cinque minorenni e una madre di 39 anni; altre 197 persone rimasero ferite. Sul banco degli imputati i sei giovani modenesi, già condannati in primo grado in quanto ritenuti componenti della cosiddetta “banda dello spray”. Il gruppo capeggiato da Ugo Di Puorto, figlio del bos del clan dei Casalesi Sigismondo, aveva spruzzato nel locale una sostanza urticante al peperoncino allo scopo di creare confusione e derubare facilmente le persone in attesa di assistere all’esibizione dell’artista Sfera Ebbasta. Lo spray provocò il panico tra i presenti e il fuggi fuggi verso l’uscita di sicurezza dove poi si consumò la tragedia. Il processo di secondo grado è stato chiesto sia dai legali dell’accusa che della difesa. Finora i sei imputati sono stati ritenuti responsabili dei reati di omicidio preterintenzionale, rapine, furti con strappo e lesioni personali. L’accusa vorrebbe ora aggiungere il reato di associazione a delinquere.