Dopo le feste di Natale, i pranzi e i cenoni, è capitato a molte persone di scoprire di essere state allo stesso tavolo con un positivo al Covid. Cosa fare allora? In attesa di capire in che modo cambieranno le regole della quarantena, le norme vigenti impongono ai contatti stretti di un caso confermato Covid-19 di allertare il proprio medico, che avviserà l’Asl di riferimento. Quest’ultima disporrà quindi la quarantena e la sorveglianza. In linea generale, come viene spiegato sul sito del ministero della Salute, le persone possono rientrare in comunità dopo un periodo di quarantena della durata di almeno 7 o 10 giorni dall’ultima esposizione al caso, al termine del quale risulti eseguito un test antigenico o molecolare con risultato negativo. Il tempo dell’isolamento varia a seconda della vaccinazione: i vaccinati vengono sottoposti a un isolamento di 7 giorni, i non vaccinati di 10. Questo, come detto, avviene in caso di contatto stretto con un positivo, mentre per i contatti non stretti, i vaccinati a ciclo completo e quindi con due dosi da almeno 14 giorni non sono tenuti a isolarsi. Che differenza c’è quindi tra un contatto stretto e uno non stretto? Per contatto stretto il Ministero intende chi vive nella stessa casa di un caso positivo, ma anche chi ha avuto un contatto fisico diretto, come ad esempio una stretta di mano. Sono ritenuti contatti stretti anche le persone che hanno avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso Covid (ad esempio chi abbia toccato a mani nude dei fazzoletti di carta usati). O, ancora, le persone che hanno avuto un contatto diretto, faccia a faccia, con il positivo a distanza minore di due metri e per almeno 15 minuti. È ugualmente ritenuto contatto stretto chi ha viaggiato seduto in treno, aereo, metro o bus entro due posti rispetto a un caso covid o chi è stato nella stessa stanza con il positivo in assenza di dispositivi di protezione individuale adeguati. È chiaro come con queste normative si alza la possibilità di essere contatto stretto di un positivo, ora che il virus circola spinto da Omicron. Da qui, l’idea di ridurre la quarantena a chi ha una copertura vaccinale tale da evitare i sintomi gravi del Covid