Nei giorni scorsi la Compagnia della Guardia di Finanza di Sassuolo ha effettuato un controllo nei confronti di un rivenditore all’ingrosso di generi alimentari, riscontrando varie violazioni in tema di sicurezza prodotti, le quali hanno portato le Fiamme Gialle al sequestro amministrativo di circa 5 tonnellate di cibo e bevande, prive dei requisiti richiesti per la commercializzazione.
L’attività di servizio, eseguita con la collaborazione di personale qualificato del Servizio Veterinario dell’AUSL di Modena, ha consentito di accertare che all’interno dell’esercizio commerciale di Sassuolo erano stoccate per la vendita ingenti quantità prodotti che presentavano evidenti violazioni delle più basilari regole per la commercializzazione. Infatti, gli alimenti erano sprovvisti delle indicazioni sulla loro provenienza (ad esempio le indicazioni del produttore od importatore), e delle informazioni in lingua italiana in merito agli ingredienti e/o allergeni contenuti.
Pertanto, alla luce delle violazioni riscontrate, circa 5 tonnellate di alimenti e bevande, tra cui 112 kg di burro sfuso, 360 litri di olio di oliva, 1 tonnellata di arachidi, 1,1 tonnellate di zucchero, 2800 litri di bevande varie, potenzialmente pericolose per la salute pubblica (mancanza di etichettatura in lingua italiana e mancanza di indicazioni del produttore ed importatore), sono state sottoposte a sequestro amministrativo per violazione delle norme contenute nel Regolamento UE e nel Codice del Consumo.
La normativa italiana e comunitaria è particolarmente stringente nell’obbligare i produttori prima, ed i venditori poi, ad indicare lungo tutta la filiera degli alimenti una serie di informazioni, tra cui il Paese di origine, il produttore/importatore, gli ingredienti ed i valori nutrizionali.
Oltre ai citati alimenti le Fiamme Gialle sassolesi hanno sequestrato anche più di 1.600 cosmetici, in particolare maschere per il viso, rossetti, creme corpo, saponette, perché privi della etichettatura in lingua italiana, in violazione del Codice del Consumo. Il gestore, un commerciante di origini marocchine, rischia fino a 12.000 Euro di multa.