Era il 24 novembre del 1991 quando il mondo venne a conoscenza della scomparsa di Farrokh Bulsara, meglio noto a tutti come Freddie Mercury. Il leader dei Queen, la storica band britannica formatasi nel 1970, ci lasciava all’età di 45 anni, a causa di una broncopolmonite complicanza dell’AIDS. Nacque il 5 settembre 1946 a Zanzibar da una famiglia di origine Parsi che, per fuggire dalla rivoluzione del 1964 che rovesciò il sultano, si trasferì a Middlesex, in Inghilterra. L’incontro con il chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor cambiò per sempre la sua vita artistica: si unì a loro fondando la band, destinata a scrivere pagine indelebili del mondo musicale. We Will Rock You, Another One Bites the Dust, We Are the Champions, Bohemian Rapsody. Sono solo alcuni dei titoli che hanno contribuito a far amare Freddie e i Queen alla gente di tutto il mondo. Trasgressivo, showman, irriverente. Ha contribuito a riscrivere la storia non solo della musica, ma anche dell’interpretazione, del coinvolgimento dei fan, dello stare sul palco. Un’estensione vocale come pochi, che l’artista attribuiva all’iperdontia di cui soffriva: Freddie infatti era nato con quattro incisivi oltre la norma, ma lui non volle mai correggere questo difetto. Sono passati tre decenni da quando il destino ci ha privato di una voce inconfondibile, inimitabile, per alcuni irraggiungibile, ma la stella di Freddie Mercury continua a vivere in tutti noi, tramandandosi di generazione in generazione, grazie a canzoni intramontabili, che non sono semplici brani, ma vere e proprie opere d’arte, destinate a risplendere e risuonare per sempre.