“Talebani o no, chiediamo che il canale con cui abbiamo inviato plasma per curare l’emofilia all’ospedale pediatrico Indira Gandhi di Kabul, negli ultimi otto anni, sia mantenuto. Sono 300 i bambini che dipendono dal nostro Fattore VIII. Per questo i vertici nazionali di Avis hanno contattato il ministero degli Esteri, chiedendo di garantire il rifornimento. Ora attendiamo una risposta da chi ha il potere di fare qualcosa”. Ad esporre la situazione è il presidente dell’Avis dell’Emilia-Romagna, Maurizio Pirazzoli. Oltre che per la situazione in cui è piombato l’Afghanistan, la preoccupazione dell’associazione è che si interrompa l’invio di Fattore VIII, che ha salvato la vita di centinaia di bambini da quando, nel 2013, la nostra regione ha iniziato a rifornire l’Indira Gandhi a Kabul. L’Emilia-Romagna, come testimonia il presidente Avis Pirazzoli, è autosufficiente sotto questo punto di vista ed è per questo motivo che, sul profilo facebook dell’associazione, il presidente ha lanciato l’allarme, dichiarando apprensione per lo stop all’invio del farmaco salvavita per i malati di emofilia.
SITUAZIONE AFGANA: L’AVIS PREOCCUPATA PER IL RIFORNIMENTO DI PLASMA
C’è preoccupazione da parte dell’Avis per la situazione in Afghanistan: L’associazione chiede che le forniture di plasma per curare l'emofilia all'ospedale pediatrico Indira Gandhi di Kabul sia mantenuto