Nel video l’intervista a Manuela Gozzi, Cgil Modena
La morte di Laila El Harim sarebbe stata causata dalla fustellatrice sulla quale stava lavorando la mattina di martedì 3 agosto. A dirlo l’esame autoptico svolto ieri sul corpo della 40enne, lavoratrice della ditta Bombonette di Camposanto. Pare che il macchinario l’avrebbe prima trascinata dentro per poi schiacciarla, procurandole la frattura della base cranica e delle vertebre e causando il decesso istantaneo. Intanto mentre le indagini procedono per fare luce sull’esatta dinamica dei fatti e chiarire eventuali violazioni in materia di sicurezza, la Procura di Modena ha disposto il sequestro del cellulare di Laila. Pare infatti che la donna in più occasioni si fosse lamentata con il compagno e con i responsabili di reparto e i tecnici di un malfunzionamento della macchina e avesse scattato con il cellulare delle foto e dei video. Una seconda persona intanto è stata iscritta nel registro degli indagati: dopo il legale rappresentante dell’azienda, la Procura ha iscritto anche il nipote di quest’ultimo, ossia il delegato alla sicurezza nello stabilimento. Mentre la morte di Laila continua ad essere al centro di accertamenti e verifiche ieri pomeriggio i rappresentanti delle sigle sindacali hanno incontrato i vertici della Bombonette. La sigla sindacale ha ribadito la necessità di rafforzare la formazione e la cultura della sicurezza sui posti di lavoro.