Tortura e lesioni aggravate, questa la nuova denuncia di un detenuto del carcere Sant’Anna di Modena dopo la rivolta avvenuta l’8 marzo del 2020. La procura di Modena sembrerebbe che stia lavorando su questo nuovo fascicolo di ipotesi di reato contro ignoti. Alcune testimonianze pare facciano riferimenti a pestaggi, denti rotti, costole incrinate e di detenuti picchiati mentre erano a terra; una serie di brutalità varie che sarebbero avvenute in seguito agli scontri e durante i trasferimenti nei altri istituti penitenziari. Racconti che paragonerebbero Modena a Santa Maria Capua Vetere. Secondo Repubblica Bologna l’ultima testimonianza è quella di un giovane nordafricano finita agli atti di un fascicolo aperto da mesi che parla di “lesioni aggravate” e “tortura”. L’esposto sarebbe stato inviato il 20 febbraio scorso e si riferisce a fatti accaduti nelle ore successive alla rivolta, e dunque quando era già stata sedata. Al momento però la Procura modenese mantiene il massimo riserbo su questo eventuale accertamento e nulla è stata per ora confermato o smentito. Intanto la Polizia di Stato sta continuando a raccogliendo tutto il materiale per chiarire cosa realmente avvenne in quei giorni di rivolte e caos.
CARCERE DI MODENA, DOPO GLI SCONTRI SI INDAGA PER TORTURA
Sembra che la Procura, dopo gli scontri nel carcere Sant'Anna di Modena, stia indagando per tortura in seguito alla denuncia di un detenuto nordafricano. Al momento nulla è stato confermato