Non si può più aspettare: la diffusione della variante delta va gestita e limitata fin da subito con più attività di tracciamento e con un’accelerazione della campagna vaccinale. È questa la sintesi della posizione di Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, che, puntuale, ha diffuso il suo monitoraggio indipendente sulla pandemia. Se per la 14esima settimana consecutiva l’andamento del contagio risulta in discesa, Gimbe sostiene che la progressiva diminuzione di tamponi effettuati stia sottostimando il numero dei nuovi casi positivi. Per la Fondazione il tracciamento dei contatti risulta insufficiente, soprattutto in una fase come questa, ritenuta cruciale, data la diffusione della variante delta. Questa mutazione, secondo il rapporto del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, è del 40-60% più contagiosa di quella inglese e determinerà il 70% delle nuove infezioni entro l’inizio di agosto e il 90% entro la fine dello stesso mese. È per questo che per la fondazione è necessario riprendere un contact tracing adeguato; anche perché l’altra arma a disposizione, la vaccinazione, rischia di non avere abbastanza “munizioni”. I tagli delle dosi di Pfizer a luglio saranno del 5%, decisamente inferiori rispetto al 40-50% temuto dalla nostra Regione, ma avranno comunque impatto sulla campagna. Un mix che preoccupa, dato che una sola dose di vaccino sembra essere meno efficace nel prevenire il contagio della variante delta. Insomma, per Gimbe, anche se i dati dimostrano una bassa circolazione del virus e un impatto ospedaliero ormai minimo, non è accettabile una gestione “attendista” della variante delta, contro la quale occorre attuare tempestivamente misure efficaci
FONDAZIONE GIMBE: “INACCETTABILE GESTIONE ‘ATTENDISTA’ DELLE VARIANTI”
I test continuano ad essere troppo pochi e l’attività di contact tracing non adeguata a contrastare la diffusione della variante delta. A dirlo è la Fondazione Gimbe, che ritiene inaccettabile la gestione “attendista” di questa mutazione