“La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.” Sono le parole di Piero Calamandrei, uno dei padri costituzionalisti, quelle che ha citato questa mattina il Sindaco di Mirandola, Alberto Greco, nel giorno della celebrazione del 75° anniversario della Repubblica Italiana.
Una cerimonia sobria come per altro indicato dalle disposizioni Covid in atto, ma che ha visto la partecipazione davanti al Municipio anche degli ex primi cittadini della città dei Pico, Maino Benatti, Luigi Costi, Corrado Neri, e Benito – detto Sauro – Secchi. Con loro la Vicesindaco Letizia Budri, gli Assessori Antonella Canossa e Marina Marchi, il presidente del Consiglio Comunale Selena De Biaggi, diversi Consiglieri comunali, rappresentanti delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate.
L’inno di Mameli eseguito dalla filarmonica cittadina “G. Andreoli”, ha introdotto l’intervento del Sindaco Greco. “Istituita per ricordare la nascita della Repubblica – ha detto il Sindaco Greco – quando il popolo italiano, chiamato alle urne il 2 e 3 giugno del 1946 per scegliere quale forma di stato votare, decise per la repubblica, diventando così da allora festa nazionale, con l’omaggio al milite ignoto all’Altare della Patria e la grande parata militare su Via dei Fori Imperiali. Negli anni 70 la crisi economica che ha pervaso il paese portò alla soppressione di questa festa, reintrodotta nel 2001 dall’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, con questa motivazione: “il perché di quella scelta: tirar fuori una data scivolata nel dimenticatoio del calendario civile. Sentivo di non poter tacere, come se avessi un appuntamento importante con la storia, un compito da svolgere anche in rappresentanza di chi non c’era più”. E’ con questo spirito che nuovamente da vent’anni, celebriamo la scelta di un’Italia liberale e democratica, fondata sulla Costituzione, l’architrave che fissa le regole di uno stato e ne pone le sua fondamenta.”
“Come disse Piero Calamandrei, uno dei padri costituzionalisti, nel 1955 ma che a distanza di oltre 60 anni è ancora quantomai attuale e contemporaneo – ha quindi ripreso il primo cittadino – : “la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.” Penso che mai come nel momento che stiamo vivendo da oltre un anno, le parole dette da Calamandrei siano ancora un lascito generazionale importante e fondamentale, dove l’amore per la patria si manifesta con l’impegno civile, il senso del dovere, nel rispetto dei diritti di ogni singolo individuo, perché solo con un comune orizzonte il cammino diventa più facile per tutti. La pandemia ci ha insegnato questo: se tutti agiamo con responsabilità, prima possiamo recuperare quella libertà di cui improvvisamente siamo stati privati, la quale oggi noi siamo chiamati a celebrare.”
“E Mirandola – ha poi aggiunto – ha l’onore di aver dato un contributo rilevante nella redazione della Costituzione, grazie ad un proprio concittadino, il Dott. Mario Merighi: da medico capiva l’importanza della tutela della salute. L’epidemia, che ci ha colti, non può che renderci riconoscenti a persone come il dott. Merighi, a cui si devono l’art. 32 della nostra costituzione che tutela la salute degli individui e si batté affinché le cure mediche fossero assicurate a tutte le persone ed ancora l’art.38 sull’assistenza e la previdenza sociale sempre a tutela delle persone con disabilità, ai lavoratori malati ed infortunati ed a garanzia economica delle famiglie dei caduti sul lavoro. E’ questo per me è il concetto fondamentale che mai come quest’anno anima questa ricorrenza: essere buoni cittadini, significa essere collettivamente partecipi di un obiettivo comune, che non ha distinzioni di credo, razza o ideologia politica, ma uniti con un unico scopo: ritrovare una salute perduta.
Voglio sperare che insieme, cittadine e cittadini, siano al fianco delle istituzioni per rinsaldare quello spirito liberale che ci ha contraddistinto negli anni del dopoguerra e che oggi 2 giugno 2021, come recita l’art. 12 della Costituzione siamo tutti Italiani sotto la nostra bandiera della Repubblica: il tricolore italiano. W l’Italia, W la Repubblica, W Mirandola!”
L’Inno alla Gioia, unitamente al ringraziamento del Sindaco Greco agli intervenuti, ed in particolare agli ex-sindaci di Mirandola, ha concluso il momento celebrativo davanti al Municipio. Sempre il Sindaco Greco, insieme agli altri ex primi cittadini Benatti, Costi, Neri e Secchi, si sono diretti poi al cimitero monumentale del capoluogo per rendere omaggio ai Sindaci di Mirandola defunti, Nino Lolli, Gelsomino Gherardi ed al Dott. Merighi. All’ex-Sindaco Oreste Gelmini, sepolto a Modena ha reso omaggio una delegazione del Consiglio comunale mirandolese deponendo dei fiori.