Secondo quanto rivelato da Confcooperative Emilia-Romagna, il gelo ha colpito le produzioni di tutta Europa ma, a livello nazionale, oltre un quarto dei danni alla frutta sono concentrati in Emilia-Romagna: si tratta di 232 milioni di euro (su un totale di 862), con il conto che è destinato a salire nelle prossime settimane quando sarà possibile quantificare anche le conseguenze per pere, mele e kiwi. Nel dettaglio, si parla di 115,5 milioni di euro per i danni da perdita di prodotto, ai quali si sommano quelli relativi alla fase di lavorazione, che si attestano sui 42,5 milioni di euro, oltre ad una perdita di valore dell’indotto stimata in 74 milioni di euro. A fotografare la situazione su base nazionale è il report realizzato dal Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara su indicazione dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari. Mai fino a questo momento eventi climatici avevano avuto impatti così devastanti su tutte le colture, provocando perdite tanto rilevanti a livello nazionale e regionale. Complice è il cambiamento climatico, che sta determinando la fioritura dei frutteti in anticipo rispetto al passato. Di fronte a un quadro così delicato e compromesso il coordinatore di Alleanza Cooperative Agroalimentari Davide Vernocchi lancia un appello a consumare frutta coltivata e lavorata in Italia. “La frutticoltura emiliano-romagnola di questo passo non reggerà a lungo – occorre lavorare fin da subito per salvaguardare la filiera”.
GELATE IN AGRICOLTURA: PERSE 209 TONNELLATE DI PESCHE, ALBICOCCHE E CILIEGIE
L’Emilia-Romagna è la regione a pagare il conto più salato per le gelate primaverili, verificatesi tra fine marzo e inizio aprile, quando le temperature nelle ore notturne sono scese fino a sette gradi sotto lo zero danneggiando irreparabilmente i germogli già in fiore