Meno controlli in musei, biblioteche e archivi, ma piu’ vigilanza nelle aree tutelate da vincoli paesaggistici e monumentali e sull’e-commerce, a cui si aggiungono il recupero e il sequestro di 7.997 beni (+874,1%) di tipo antiquariale, archivistico e librario, 28 reperti paleontologici e 103 reperti archeologici, nonche’ 43 opere d’arte contraffatte, per un valore stimato di 1.500.550 euro per i primi e di 3.685.700 per le opere contraffatte. Questo, in sintesi, il bilancio delle attivita’ svolte nel 2020 -anno segnato in negativo dalla pandemia di Covid anche nel settore del commercio dei beni culturali- dai Carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale (Tpc) di Bologna.
Rispetto all’anno precedente, dunque, sono diminuite le verifiche di sicurezza a musei, biblioteche e archivi (-53,3%) e quelli a mercati e fiere antiquariali (-47,8%), in considerazione della chiusura per lunghi periodi per i primi e sospensione per i secondi, mentre “si e’ registrato un incremento del 113,7% per quanto riguarda i controlli e la vigilanza delle aree tutelate da vincoli paesaggistici e monumentali si e’ registrato un rilevante incremento e del 2,8% per le aree archeologiche”. Sono stati poi “ulteriormente aumentati i controlli online dei beni commercializzati nelle piattaforme di e-commerce o sui siti internet degli antiquari e case d’aste (+3,2%)”. Nel dettaglio, i beni controllati nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Tpc di Roma “sono stati 1.895, con un incremento del 28,2%”. Sul piano repressivo, inoltre, i militari hanno denunciato 37 persone, nella maggior parte dei casi per furto di beni d’arte, ricettazione di opere d’arte rubate e contraffazione di dipinti, ma anche per reati a danno del paesaggio. Complessivamente, nel 2020 si registra “una significativa diminuzione di furti di beni culturali, scesi in Emilia-Romagna dai 48 del 2019 ai 36 del 2020”. I luoghi piu’ colpiti, spiegano i Carabinieri, “sono quelli espositivi pubblici e privati, con 13 furti, e i luoghi di culto, con 11 furti”.
Particolarmente significativo e’ poi stato “l’impegno per contrastare il fenomeno dell’illecita commercializzazione di beni archivistici e bibliografici, con il recupero e il sequestro di 7.939 beni librari-archivistici”. Infine, i militari evidenziano i risultati ottenuti anche nel recupero di beni archeologici, segnalando in particolare “il recupero di due reperti archeologici, nella provincia di Parma, da una persona che li aveva ereditati, risultati illecitamente posseduti e consegnati alla Soprintendenza per la confisca” e quello di “una collezione archeologica di 57 reperti a Modena”, del valore di circa 100.000 euro. Anche questi beni sono stati recuperati da una persona che li aveva ereditati e sono risultati illecitamente detenuti, e sono stati consegnati alla Soprintendenza per la confisca.