Nel video Raffaele Donini, Assessore Regionale alle Politiche della Salute

L’Italia divisa in fasce a colori, quella che ogni venerdì cambia a seconda degli indicatori del contagio, non convince più. E’ un pensiero largamente diffuso fra le Regioni, convocate oggi in Conferenza con lo scopo di suggerire un cambio di strategia al Governo Draghi. C’è una data chiave da affrontare, il prossimo 25 febbraio, quando scadrà il divieto di spostamento fra regioni gialle e il nuovo Esecutivo dovrà decidere se consentire o meno la libera circolazione in tutto il paese. Dalla Conferenza, presieduta da Stefano Bonaccini, fra i più critici verso il metodo attuale, potrebbe uscire un vero e proprio documento da sottoporre al presidente del Consiglio e ai ministri. Le proposte sono diverse, fra queste c’è anche quella di mettere l’Italia in fascia arancione per qualche settimana ed evitare il continuo ‘apri e chiudi’ che sta disorientando i cittadini e penalizza i titolari delle attività. Ieri è toccato a Emilia Romagna, Molise e Campania passare da giallo ad arancione, “ma andando avanti così – ha commentato Bonaccini – si rischia un sali-scendi che genera preoccupazione”. Sul tavolo c’è dunque la proposta di istituire una restrizione omogena in tutt’Italia di qualche settimana, un’unica fascia arancione che sembra non dispiacere al ministro Speranza, ma che non trova ancora l’unanimità tra i governatori. Per la creazione di un sistema omogeneo sono d’accordo Attilio Fontana della Lombardia ed Eugenio Giani della Toscana. Scettico invece è Giovanni Toti della Liguria secondo cui ristoranti e bar chiusi e tutta Italia in arancione non sarebbe sostenibile, meglio adottare provvedimenti su base provinciale. Un dialogo ancora aperto, che oggi dovrebbe comunque portare a un’indicazione precisa per il Governo Draghi.