“Tante volte si sente dire che le imprese, nonostante il crescente tasso di disoccupazione, faticano a reperire personale adatto e qualificato. Ebbene, è proprio così. Per questo anche la scelta delle scuole superiori è importante: considerare gli indirizzi tecnici è opportuno e può offrire sbocchi futuri a ragazze e ragazzi”. Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, commenta così alcuni dati dell’ufficio Studi. Sul nostro territorio circa un terzo delle imprese dice di faticare a reperire personale qualificato, una percentuale molto elevata. Ma quali sono i mestieri più ricercati? I dati disponibili al momento, quelli a fine 2019, sono molto chiari e non ci sono solo laureati, ma anche diplomati di scuole tecniche o professionali. Le imprese faticano a trovare per il 76,2% laureati in ingegneria elettronica e per il 72,1% quelli in ingegneria industriale, per il 70,1% i diplomati tecnici di impianti termoidraulici, per il 63,3% diplomati in informatica e telecomunicazioni, per il 55,4% i diplomati nell’indirizzo abbigliamento, per il 52,5% e per il 52,3% rispettivamente diplomati in meccanica e meccatronica e quelli in elettronica ed elettrotecnica. Ancora per il 52% e per il 50% i laureati in lingue e in ingegneria civile e ambientale.

“Da questi dati emerge con chiarezza che scegliere una scuola tecnica o professionale non rappresenta una scelta di serie B – conferma il presidente Lapam -. Tutt’altro, si tratta di un modo di pensare al proprio futuro, senza dimenticare che a un diplomato non è comunque preclusa la possibilità di intraprendere l’università. L’importante è seguire le predisposizioni di ragazze e ragazzi che si affacciano al mondo delle superiori, facendo una scelta che avrà implicazioni importanti sulla loro vita. Le cosiddette materie ‘Stem’ (Science, Technology, Engineering, Mathematics) possono essere scelte da ragazze e ragazzi in ugual misura”.

Di più, l’indagine Lapam (ciclicamente rinnovata proprio per dar modo all’associazione di aiutare vari istituti delle medie inferiori per l’orientamento) presenta anche quelle che sono competenze, soft skills e nuovi trend necessari per chi si approccia al mondo del lavoro in giovane età. “Le competenze richieste dalle imprese sono per il 35,8% la capacità di comunicare bene in italiano – prosegue Luppi – a seguire, per il 21,5% le competenze digitali, e per poco più del 15% le capacità matematiche e in lingue straniere. Tra i nuovi trend c’è un 34% di imprese che richiedono l’attitudine al risparmio energetico e per il 10,5% la capacità di applicare tecnologie. Ma le cosiddette soft skills, le capacità relazionali, sono le più richieste: il 63% delle imprese cerca ragazzi capaci di flessibilità e adattamento, il 51,7% di lavorare in gruppo, il 36,9% di risolvere problemi e il 36% la capacità di lavorare in autonomia”.

Da ultimo Lapam presenta uno spaccato sui lavori di domani: “I trend futuri sono tre – sottolinea Luppi -: globalizzazione, tecnologia, ambiente. I mestieri che saranno più richiesti (e che, magari, oggi non ci sono ancora) riguardano l’automazione e la robotica, l’utilizzo dei dati e il commercio online, inoltre le figure in grado di sviluppare strategie e soluzioni ecosostenibili come esperti in gestione dell’energia, chimici green, esperti di acquisti verdi, installatori di impianti a basso impatto ambientale”.