Il 2020 è stato uno degli anni peggiori, se non il peggiore, per l’economia dell’Emilia-Romagna: gli effetti della pandemia e dei mesi di lockdown hanno determinato una contrazione del Pil regionale superiore al 9%. Ora, a pochi giorni dalla fine dell’annus horribilis del Covid, da uno studio realizzato da Unioncamere e Regione, con le stime di Prometeia, è emerso che l’economia emiliano romagnola vede per il 2021 una possibile inversione di tendenza. Per il prossimo anno, anche se almeno sulla prima parte si dovranno scontare gli effetti della pandemia, la ripresa dovrebbe essere apprezzabile: la forbice delle stime fatte va dal +7,1% previsto ad ottobre al più recente +4-5%. In ogni caso, servirà ancora tempo per recuperare quanto perso nel corso del 2020. Per quanto riguarda il mercato del lavoro se in nove mesi del 2020 in Emilia-Romagna si sono registrati 41.000 occupati in meno, tra dicembre e febbraio 2021 le imprese prevedono 64.000 assunzioni. Un dato che fa il paio con le attese di ripresa del Pil, che nel prossimo anno dovrebbe tornare a crescere del 4,8%, secondo le stime di Unioncamere. Nel 2021 la crescita compenserà parzialmente la perdita subita sul fronte dell’occupazione (+0,9 %). Il sostegno all’occupazione conterrà nel tempo e nel livello gli effetti negativi della pandemia sul tasso di disoccupazione, che nel 2020 salirà al 6,2 % e nel 2021 dovrebbe giungere sino al 6,9%.