Nel video l’intervista a Giovanni Savorani, presidente Confindustria Ceramica
E’ un bilancio col segno meno, che si può stimare fra il -5 e il -7% rispetto al 2019, quello che ha presentato per il 2020 Confindustria Ceramica, ma come ha sottolineato il presidente Giovanni Savorani i numeri sono meno negativi rispetto al -14/15% delle attese, dopo il lockdown di questa primavera che ha bloccato la produzione per 6 settimane e i tanti dubbi legati al Covid. Il merito di questi dati più positivi del previsto è da ricondurre a un’estate al di sopra degli ultimi anni. Il 2020 si era aperto con numeri incoraggianti a gennaio e febbraio, prima del Covid: nel complesso l’export ha tenuto, attestandosi a un -2%, mentre il mercato italiano ha fatto registrare un -12% rispetto al 2019. Le produzioni nell’anno si sono ridotte del 18%, probabilmente perché non sono stati prodotti i nuovi materiali senza Cersaie, mentre è stata ottimizzata la riduzione delle merci in magazzino. E sul futuro c’è un cauto ottimismo, legato sia al bonus 110% del Governo, sul quale però vanno risolti i problemi sulle difficoltà burocratiche di fruizione, sia alla chiusura del contratto nazionale di lavoro dello scorso fine novembre. Ma i problemi legati alla mancata realizzazione delle infrastrutture, soprattutto della Bretella Campogalliano-Sassuolo, rimangono una spada di Damocle per tutto il comparto.