In estate la Provincia di Modena ha investito 35mila euro per la manutenzione e il ripristino delle murature esterne delle pile di sostegno del Ponte Samone. Un intervento che evidentemente non è servito per rendere sicuro il ponte, chiuso da domenica dopo il cedimento di un pilone in seguito alla piena del Panaro. Un evento che ha colpito gravemente tutte le attività economiche della zona, considerata l’importanza strategica del ponte – realizzato nel 1947 – per la vallata, un passaggio obbligato per oltre 2mila pendolari che ogni giorno da Maserno, Samone, Zocca e Guiglia vanno verso Vignola e Modena. La chiusura, che durerà almeno per un paio di mesi, comporta ora per loro e per i camion che devono raggiungere le attività economiche della zona, un allungamento dei tempi di percorrenza anche di un’ora. E allora il dito è puntato sui lavori svolti in estate dalla Provincia, che non sono serviti a rendere sicura la struttura. Ieri proprio in Provincia è cominciato l’iter per la stima degli interventi di ripristino: i lavori potrebbero partire a gennaio, con un intervento della durata stimata di circa due mesi. Sembra che il ponte possa essere recuperato e non debba esserne costruito uno nuovo, con un costo stimato di circa 250 mila euro. Oltre all’intervento di consolidamento della pila danneggiata, che consentirà di riaprire il transito, è previsto un secondo intervento di manutenzione straordinaria delle altre quattro pile, il cui costo complessivo stimato ammonta a circa 700 mila euro.
PONTE SAMONE. LAVORI SENZA RISULTATI, ORA SERVONO ALTRI 250MILA EURO
Nonostante i 35mila euro spesi in estate dalla Provincia, ne serviranno altri 250mila per i lavori di ripristino del Ponte Samone, lungo la strada provinciale 26, chiuso da domenica dopo il cedimento di un pilone in seguito alla piena del Panaro