Dopo l’eliminazione a sorpresa dalla Coppa Italia il Modena si rituffa immediatamente nella preparazione al prossimo campionato e questa sera tornerà in campo per affrontare il Sassuolo nella prima edizione della Ghirlandina Cup. A quasi quattro mesi di distanza dall’ultimo incontro, griffato indelebilmente da Matteo Ardemagni, canarini e neroverdi si ritrovano per un derby dal sapore decisamente meno speciale anche se la manifestazione, nei piani dell’ideatore Antonio Caliendo, diverrà un appuntamento fisso e sempre più importante dell’estate modenese. Alla presenza del presidente onorario gialloblù Brighenti, dell’assessore allo sport del Comune di Sassuolo Giorgio Barbieri e di Paola Francia, in rappresentanza dell’assessore Antonino Marino, lo stesso Caliendo ha presentato la manifestazione svelandone i due trofei: una Ghirlandina dorata per il vincitore e una argentata per la formazione che uscirà sconfitta. Il Modena, tuttavia, dovrà fare i conti con le fatiche di domenica e, quindi, mister Novellino dovrà centellinare le forze dei giocatori impiegati nei novanta minuti solo quarantotto ore prima. E’ il caso soprattutto di giocatori come Davide Zoboli, Agostino Garofalo, Amidu Salifu o ‘Billy’ Babacar che per acciacchi recenti, una preparazione non al pari dei compagni o una condizione fisica in divenire potrebbero mal sopportare impegni così ravvicinati. Dall’altra parte, invece, mancherà capitan Magnanelli infortunato oltre ai giocatori impegnati con le rispettive nazionali, su tutti il rumeno Alexe e lo sloveno Kurtic. L’occasione sarà buona per cercare di sopperire i limiti mostrati in Coppa Italia con il Frosinone, ma anche per studiare nuove soluzioni e oliare ulteriormente i meccanismi. Sicuramente il match contro i ciociari ha dato indicazioni positive sul piano della personalità e della manovra che, però, ha stentato a trovare il guizzo importante negli ultimi venti metri. La prova di Babacar non è stata delle migliori, lo stesso Novellino si è detto insoddisfatto ed ha chiesto più movimento e più sacrificio al proprio giocatore per potersi inserire nel gioco di squadra voluto dal tecnico. Anche se siamo solo all’inizio, la sensazione è che la squadra sia costruita per ambire ad una stagione importante, ma per farlo serve completarla con innesti mirati come il regista di centrocampo, una punta di categoria ed un centrale difensivo che completi il reparto anch’esso di categoria. Le indicazioni, dalla scelta dei numeri comunicati nei giorni scorsi, vanno proprio in questa direzione: all’appello mancano il titolare della casacca numero 9 e numero 14 che stando ai regolamenti della numerazione progressiva dovranno essere assegnati a qualcuno nelle prossime settimane. Il sogno è sempre quello legato a Matteo Ardemagni, che non ha intenzione di rimanere all’Atalanta come rincalzo, mentre per il centrocampo si lavora sempre alla pista Bacinovic. nAndrea Lolli