Anche in tempo di Pandemia impazzano nella nostra provincia le truffe nel porta a porta e telefoniche; anzi, proprio da questa fase particolare trovano vigore modalità di “vendita” intollerabili. Federconsumatori, Adiconsum e Movimento Consumatori di Modena chiedono un provvedimento urgente che blocchi – almeno in questa fase – le vendite porta a porta e telefoniche, che troppo spesso nascondono abusi e truffe.
E’ un provvedimento necessario in un momento nel quale soggetti spregiudicati, sfruttando paure e tensioni giustificate, propongono prodotti di varia natura con tecniche più vicine alla truffa che alle pratiche commerciali. Le Associazioni modenesi segnalano una crescita di segnalazioni al numero verde SOS Truffa ed ai propri sportelli, di cittadini che hanno incautamente acquistato prodotti a costi spropositati, spesso con pagamento immediato. La più vergognosa è la purtroppo “sempreverde” vendita di rilevatori gas del valore di pochi euro, venduti a prezzi stratosferici. Quando ti accorgi di aver speso 300 euro per un pezzo in vendita a 10 spesso è difficile esercitare il diritto di recesso per vedersi restituito il maltolto; le aziende non rispondono o cambiano frequentemente ragione sociale.
Sta crescendo, online e nel porta a porta, la vendita di depuratori dell’acqua da parte di aziende spesso inconsistenti, che prima propongono l’uso gratuito, ma che con meccanismi vari portano i prezzi di gran lunga sopra quelli di mercato. Ad esempio seimila euro per un prodotto del valore di poche centinaia di euro, peraltro di incerta qualità.
Federconsumatori, Adiconsum e Movimento Consumatori chiedono anche un giro di vite rispetto alle vendite telefoniche, dove si afferma sempre più un modello piratesco e truffaldino. Operatori di call center che si presentano falsamente con il nome del proprio gestore, telefonico o di energia, e che comunicano un rilevante aumento delle tariffe, proponendo il passaggio ad un altro gestore. O che si presentano come una Associazione di consumatori, che consiglia di risparmiare passando da un gestore all’altro. Casi che un tempo erano una eccezione, e che ora sono la normalità. In una fase di limitato movimento come quella che si annuncia diventa pressoché impossibile esercitare il diritto di recesso nei 14 giorni successivi. Anche per questo dovrebbero essere, almeno in questa fase, sospese queste attività.
Segnalazioni hanno anche riguardato i comportamenti discutibili di soggetti che, per conto di importanti associazioni internazionali, raccolgono fondi (spesso attraverso autorizzazioni a prelievi bancari) nelle piazze e davanti a negozi. “Lei è contenta se i bambini in Africa muoiono di fame?”, è la domanda che si è vista fare una Signora davanti ai suoi figli. Va ricordato che, anche se il fine è benefico, i soggetti che esercitano questa attività ricavano una percentuale di quanto raccolto. Le Associazioni dei Consumatori invitano a non fornire preziosi dati sensibili in una piazza od in una pubblica via.
La Pandemia non ha fermato i truffatori, gli abusi, le tecniche commerciali spinte agli estremi. Certamente i Cittadini debbono fare la propria parte. Non si deve aprire la porta di casa a sconosciuti, non vanno accettate proposte commerciali telefoniche, non si debbono versare fondi se la cosa non è fatta nella massima sicurezza. Ma anche i soggetti pubblici debbono fare la propria parte, impedendo che si aggiungano alle paure ed angosce di questi mesi anche gli esiti di un abuso, di una truffa, spesso disastrosi non solo economicamente.